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Per Gaia, e per tutte le altre che non vogliamo essere noi

Copio e incollo una petizione che gira in rete:

“C’è un fotografo in Italia che da oltre quindici anni va a fotografare manifesti di pubblicità sessiste in giro per Milano. Si chiama Ico Gasparri, e ora ha avuto l’idea di creare un protocollo contro la pubblicità sessista, a cominciare da quella stradale.

Per aderire al protocollo non occorre un documento di identità ne’
una firma da depositare. Basta rispondere alla mail pcps@fastwebnet.it scrivendo i propri dati (cognome, nome, data di nascita, città di nascita, professione, città e provincia di residenza ed e-mail indispensabile) e scrivere: aderisco al protocollo contro la pubblicità sessista.

Possono firmare singole persone (di ogni nazionalità) ma anche associazioni, enti, organizzazioni varie. l’adesione delle associazioni non annulla quella delle/dei socie/soci che invito ad aderire anche a proprio nome.

Ecco il testo del Protocollo:

Il Protocollo contro la pubblicità sessista intende proporsi come uno strumento di partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini alla vita collettiva: una militanza per un diritto violato, una vera e propria campagna di civiltà.

Questo strumento intende ostacolare con campagne di opinione civile la diffusione di tutte quelle forme di “comunicazione pubblicitaria a fruizione obbligatoria” – in altri termini dicampagne pubblicitarie affisse in luoghi pubblici – che trasmettano non solo esplicitamente, ma anche in maniera subdola, edulcorata, camuffata, allusiva, simbolica e subliminale, messaggi che suggeriscano, incitino o non combattano il ricorso alla violenza esplicita o velata, alla discriminazione, alla sottovalutazione, alla ridicolizzazione, all’offesa nei confronti delle donne.

Con il protocollo non si intende contestare i prodotti, i concetti, le aziende o i marchi rappresentati, ma la comunicazione discriminante e sessista attraverso la quale questi vengono.

L’adesione al Protocollo è aperta a cittadine/i di qualsiasi nazionalità e avviene mediante la comunicazione all’indirizzo di posta elettronica pcps@fastwebnet.it del proprio Cognome, Nome, data di nascita, professione, città di residenza e indirizzo di posta elettronico (indispensabile) e la frase: “aderisco al protocollo contro la pubblicità sessista”. L’obiettivo è quello di raggiungere il più alto numero di firme a livello nazionale ed internazionale, anche collegandosi ad altri gruppi di opinione presenti in altri paesi che perseguano i medesimi fini. Anche i gruppi e le associazioni possono aderire. L’adesione si intende effettuata una volta per tutte e sarà valida fino alla richiesta esplicita di rimozione da parte dell’interessata/o.

Il Protocollo con un testo di contestazione e l’elenco aggiornato degli aderenti, con cognome, nome, data di nascita, residenza e professione (senza la e-mail), unitamente a una riproduzione fotografica della campagna in oggetto, sarà presentato tutte le volte che si riterrà opportuno, anche se questo dovesse significare decine e di volte:

alla direzione (commerciale, strategica e marketing) dell’azienda reclamizzata;
all’agenzia pubblicitaria che ha firmato la campagna;
alle modelle o ai modelli, ai testimonial che abbiano prestato la propria immagine;
al Sindaco della Città che ospita le affissioni, differenziando di volta in volta le città, trattandosi in genere di campagne nazionali;
agli organi di stampa e TV che accoglieranno questa protesta e gli daranno risalto;
ai direttori delle riviste, quotidiani o altro organi di informazione cartacea o multimediale che abbiano ripubblicato la medesima campagna affissa in luoghi pubblici.
I firmatari sono avvertiti con la posta elettronica ogni volta che il protocollo sarà messo in atto.

Tutti i singoli aderenti contribuiranno alla diffusione del Protocollo come modello di cittadinanza attiva, raccogliendo ulteriori firme a sostegno in ogni sede e modalità possibile.”

Secondo me non basta farlo con la pubblicità: serve farlo anche con la tv. Anzi: soprattutto con quella.

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  1. ico gasparri says:

    grazie valentina per aver rilanciato il protocollo
    non fare però come tante altre persone che stanno già pensando invece di fare questo cosa sarebbe stato meglio fare. se vuoi creare un movimento di opinione contro l’immagine della donna in TV, io ti appoggio certamente. ma trovo estremamente dannoso finire una presentazione con un “ma”.
    ti ringrazio moltissimo per l’adesione e ti chiedo di sostenere il protocollo con un contributo attivo di pensiero e dibattito. sul protocollo e le sue finalità. poi un altro giorno ci occupiamo della TV. grazie un caro saluto
    ico

  2. Ico, il mio non era un ma:
    era un “figo: facciamo anche per”.
    Sul dibattito non c’è problema: qui è da anni che si prendono a schiaffi le schifezze di pubblicità, tv, e internet!

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