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Si, anche i disabili usano i sextoys (quando trovano quelli giusti).

Quando sei disabile o vivi con una persona con delle disabilità, la prima cosa che la gente ti dice è “poverino” o “poverini”. Io ho smesso da tempo di dispiacermi per la condizione di mio marito e la priorità che mi sono data è fare in modo che la nostra esistenza sia sempre il più semplice e normale possibile. Mi sono data come obiettivo il fatto che la malattia debba impattare molto poco sulla nostra vita, o almeno: cerchiamo di fare in modo che sia così.

Ve lo dico: anche la vita insieme ha subito dei cambiamenti inevitabili; la sclerosi multipla non è esattamente una cosa che ti lascia in paceViviamo ogni giorno sul nostro piano inclinato, e se dobbiamo scivolare, almeno che sia una discesa dolce e per quanto possibile addirittura divertente. Pure la sessualità va affrontata con leggerezza. Non entro nei dettagli di cosa sia cambiato e come (diciamolo, non sono affari vostri!) ma sicuramente sappiamo che dovremo fare i conti con una mobilità sempre più compromessa dei suoi arti. Non so quando, non so come e non so entro che tempi, ma essere preparati aiuta.

È con questa attitudine e questa filosofia che una decina di giorni fa ho aperto la mail che mi hanno mandato le tre ragazze di SexJujube – L’oggetto diceva semplicemente “sessualità e disabilità”. Ho aperto la mail e ho scoperto l’esistenza di questo sito dove i sex toys vengono catalogati sono solo secondo i soliti canoni, ma hanno un bollino che identifica quelli adatti alle persone con disabilità motoria. Ho fatto una call con le fondatrici – Anna, Antonella e Silvia, e ho avuto il piacere di conoscere un progetto molto interessante.

Disabile non significa asessuato.

SexJujube è un portale dedicato alla sessualità e all’intimità soprattutto di persone con disabilità motoria – è una start up innovativa vincitrice del bando regionale “Estrazione dei Talenti” nel 2019 e del bando TecnoNidi della Regione Puglia nel 2022. Durante gli studi di mercato che hanno iniziato nel 2019 proprio in concomitanza con l’arrivo del covid, Nadia, Antonella e Silvia si sono accorte che nel mondo della vendita di sextoys mancava una proposta dedicata alla disabilità e- affrontando il progetto con 40 volontari e il supporto di psicosessuologi- si sono rese conto di quanto l’argomento fosse un tabù non tanto per chi ha una disabilità, quanto per chi non ne ha. (Su questo apro una partentesi: se vi capita di incontrarle, fatevi raccontare dell’entusiasmo con cui i volontari hanno risposto alla raccolta dati- hanno degli aneddoti davvero divertenti. Per non parlare delle telefonate all’assistenza clienti. Ecco, quelle meriterebbero una serie Netflix!) 

Da qui hanno capito che c’era spazio per verticalizzare i contenuti e creare un ambiente inclusivo dove i desideri delle persone con disabilità potessero trovare risposta.

SexJujube approfondisce con dettagliate schede tecniche le caratteristiche dei toys adatti a chi ha disabilità motorie sottolineando con quali deficit motori siano utilizzabili. (Ve lo dico: i toys non costano in genere due lire, non sono una cifra assurda ma, da persona che nella vita ne ha comprati parecchi – sbagliare è una scocciatura. Peggio ancora se l’oggetto risulta scomodo per via di una difficoltà motoria, quindi se vi state domandando “ma possibile? Addirittura degli studi con test a campione e sessuologi per valutare chi li può usare?!” la risposta è sì, PerDioH! Perché quando vi trovate con le mani che non funzionano e non stringono manco un tappo della bottiglietta dell’acqua, certe dritte fanno la differenza).

La persona che così a disposizione le informazioni utili a comprendere quale sia l’acquisto più adatto. SexJujube promuove anche corsi di formazione per centri di riabilitazione e incontri con le scuole superiori per parlare di sessualità consapevole. L’ho trovato un buon progetto: è un valido supporto per chi, come me, si trova a vivere accanto alla disabilità ogni giorno e ci si rende conto che anche le cose più semplici potrebbero non esserlo più da un momento all’altro.

Vi invito a dare un’occhiata: il sito è intuitivo, colorato, con delle illustrazioni simpatiche e non volgari  – cosa da non sottovalutare se lo state per aprire a tutto schermo in ufficio. Hanno un sacco di progetti in divenire che ho giurato di non spoilerare. Facciamo che vi iscrivete alla newsletter così ve li dicono loro e bon.

Daje, aprite e navigatelo, che ci sono ben altre cose per cui vergognarsi. 

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