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Tra tutte le tragedie della vita, questa rischierebbe di essere la peggiore. Ma ve la immaginate? Voi forse no, ma io si: tutta un “Che cosa hai pubblicato?” “Ma ti pareva il caso?”

E soprattutto il suo cavallo di battaglia: “Sei la solita!”
Mi farebbe il cazziatone 2.0 in barba a qualsiasi netiquette della decenza internettiana.
Scriverebbe sulla mia bacheca “Domenica venite a cena?”
Oppure “Hai coperto bene la bambina?”
E ancora “C’è l’IMU da pagare” o “Non chiamare Emma iena, sei sua madre!”
Tutto quello che, o bene o male, riesco a filtrare di persona o al telefono, finirebbe irrimediabilmente pubblicato ovunque.
Condiviso e deriso.
Ha imparato a usare gli SMS, vuoi che non riesca a destreggiarsi prima o poi anche con foto da condividere e post da linkare?
Lo so, potrebbe farcela. E la sola idea mi terrorizza. Ha le mie foto da nana fino a quando ero adolescente. Ha anche quelle del matrimonio… E gli aneddoti: infinite quantità di aneddoti dalla scimmietta Jsci Jsci fino al giorno della patente. Troppo materiale scottante perché passi inosservato.
Ho una web reputation da difendere, accipicchia!
Per fortuna c’è l’età a farla desistere. Ha una cornice elettronica con le foto dei piccoli, la massima espressione del digitale per lei, e tanto basta a tenerla lontana dal web. Almeno finché i nipotini non diventeranno tanto sgamati da farle apprezzare come funziona un tablet, un pc, o peggio, un cellulare di ultima generazione.
Per ora siamo salvi, io e voi, perché davvero non avete idea di cosa si rischi.
E ora, per favore, visto che mia madre non è su facebook, vedete di non fare i bastardi e andare a dirle cosa ho scritto di lei.

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