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“Ma lo sai che sei carina?”

Per carità, attaccar bottone è pure una bella cosa. Però dipende dal dove, dal quando e soprattutto dal “se mi va di chiacchierare con te”. In vita mia mi sono sentita urlare dietro di tutto, e non perché io sia un gran che.

In questi anni sono passata dal trovare divertenti e addirittura lusinghieri alcuni commenti, al non tollerarli più.

Mi sono resa conto che ero vista e guardata come un pezzo di carne con le tette. Una vagina a passo spedito. Cosce in movimento. Mi sono domandata cosa volesse, alla fine, quella gente da me. Se non faccio ciò che si aspettano- ovvero sorridere e in qualche modo “starci”,  se non rispondo, o peggio, dico di lasciarmi in pace, divento immediatamente la peggio stronza sulla faccia della terra. Una da insultare.
Se fossi accompagnata da un energumeno quei complimenti mi arriverebbero lo stesso?
Se fossi un uomo, mi saluterebbero comunque?
Questi uomini si domandano se a me fa piacere ricevere certe attenzioni?
A loro è mai venuto in mente che sto facendo altro, che se cammino per strada è perché mi sto facendo gli affari miei e che no, non amo essere disturbata?

Su Elle il mio pezzo a riguardo. (la foto è presa dal sito di Hollaback, di cui parlo nel post).

  1. iofemmina says:

    Quello che io mi chiedo ogni volta, è come reagirebbero se io invece di ignorare l'apprezzamento o insultare il mittente, decidessi invece di assecondarlo.
    Chi urla non ha mai ragione, mi diceva sempre mio padre. L'uomo che ti urla dietro che hai un bel culo, di solito è quello che con un bel culo non saprebbe nemmeno cosa farci. L'uomo che si impone senza che gli sia stato dato quel potere, è un uomo che non saprebbe mai gestire un ruolo autoritario.

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