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Il ciclo senza drammi: ditelo a mia madre!

Il ciclo per molte donne è un vero dramma, qualcosa al limite della tragedia greca. Non ho fatto eccezione nemmeno io che ho avuto, per lungo tempo, problemi di dismenorrea. Per me il ciclo mestruale è sempre stato un problema: in primis mia madre me l’ha fatto vivere come una tragedia emotiva. La sua spiegazione quando mi arrivò la prima volta fu “e adesso lavati spesso perché puzzi e non farti toccare dai maschi”.
Un inizio col botto, senza parlare della scomodità di indossare per la prima volta un assorbente che mi pareva un materasso tra le gambe e la sensazione tremenda di sentirmi inadeguata.
Un’altra cosa carinissima che fece mia madre fu cominciare a fare telefonate ad amici e parenti urlando “è diventata signorinaaaaaa!” senza domandarsi se la cosa mi avrebbe messa in imbarazzo.
Non avevo alcuna preparazione. Ero in quinta elementare e le uniche cognizioni di educazione sessuale erano quelle coi baci sulla lingua che ti dava il Cioè.
Fine di quello che sapevo.
Poi grazie al cielo arrivarono le medie, i libri un po’ più dotti, le prof un po’ più consapevoli, e col tempo ho capito che cos’era la faccenda.
Fatto sta comunque che fino al giorno del parto – quindi giusti giusti 24 anni, per me il ciclo è stato un dramma di dolore.
Crampi fortissimi, dolori addominali, dissenteria, vomito. Tutto nel giro di un’ora. Mi sono sempre dovuta imbottire di antidolorifici, col tempo ho imparato a capire il conteggio dei giorni, ma non è cambiato molto: i mal di testa preliminare e i dolori addominali da combattere con Oki o peggio, con Aulin nei momenti più sofferti, non mi hanno mai dato tregua.
Mia madre – si, sempre lei, il genio della consolazione umana, la tutor dell’emotività, la campionessa dell’empatia che mi ha fatta diventare la stronza che sono – aveva una semplice spiegazione: “piantala di fare tante scene, tanto sai cos’è”.
Certo, poi mi mollava agonizzante sul divano e ciao, prima o poi ti passa. E poi si, passava, ma per ripresentarsi con lo stesso dolore 27 giorni dopo.
Mia madre oltre a questa sana cultura della sofferenza mi ha tramandato un sacco di cazzate indicibili che mi sono guardata bene dal seguire.
Una per tutte- che ancora insiste a sostenere – è non fare il bagno.
Guai: non puoi fare il bagno quando hai il ciclo. Ho rinunciato a spiegarle che se ti immergi puoi stare tranquilla che non esci come l’eroina di qualche film splatter. Tendenzialmente il sanguinamento si ferma o comunque non è mai tale da essere preoccupante. Ma lei nulla, non argomenta, semplicemente ha preso per buona una cosa che le hanno tramandato e che non ha mai approfondito.

Altra cazzata tramandata è stata Non lavarti i capelli! Ma ti pare? Ora, voi dovete capire che io da adolescente facevo atletica leggera e mi allenavo cinque giorni la settimana con sedute davvero dure. Uscivo dal campo che ero praticamente fradicia, e secondo lei non dovevo lavarmi.
La spiegazione ai suoi deliri? Nessuna. Non si fa e basta.
Col tempo il fatto che io sia sopravvissuta a centinaia di docce senza compromettere la mia esistenza e la mia ovulazione deve averla convinta che si può fare, anche se segretamente covo la convinzione che- nel periodo in cui non riuscivo a rimanere incinta – secondo me deve aver pensato “ecco, si è lavata col ciclo!”.
Altre chicche meravigliose sono state quelle sugli odori. Non passava giorno in cui non mi urlasse di farmi il bidet. “Quelle cose puzzano”.
Non credo di aver mai conosciuto nessuno tanto accanito nel farmi convincere che il ciclo fosse qualcosa di brutto, un nemico dell’esistenza.
Ora sono in una fase di mezzo.
Le gravidanze si sono portate via i dolori e non accorgersi che mi arrivano ha un che di poetico, ma basta che mi rimetta a fare sport, soprattutto cardio, e i dolori lancinanti ricominciano. Ormai mi conosco, e mi consolo a forza di vagonate di cioccolato.
Lei adesso è in menopausa. Ha messo la vagina in stop, l’ha tumulata dopo la morte di papà e credo vada bene così.
Si è tolta il pensiero da parecchio, anche se ogni tanto mi osserva scuotendo la testa quando mi vede infilarmi sotto la doccia nonostante le abbia detto che ho le mie cose.
E il resto della famiglia?
Ogni mese mio marito saluta l’arrivo del ciclo con una settimana sabbatica in cui non gliela do, visto che fa parte della schiera di quelli che “col ciclo non si tromba”.
Va bene, anche perché tendenzialmente mi sento gonfia e di malumore nei primi giorni.
Anche a lui ogni tanto è toccato andare a comprarmi gli assorbenti, abbiamo fatto un paio di tentativi e nonostante gli avessi mandato delle foto chiare sul telefonino col pack di quello che volevo è comunque riuscito a tornare a casa con la versione NIGHT – ovvero il materasso da passera per flussi pesanti.
“Così gli assorbenti ti durano di più” ha sentenziato.
Ora ho i bambini attorno e man mano stanno scoprendo il mio ciclo visto che la porta del bagno è sempre aperta e non ho privacy. Con loro non ho segreti e spesso spiego a Emma che quel sangue non fa male- non è doloroso- almeno- non nel senso che conosce lei, e che un giorno capiterà anche a lei, e significherà che è cresciuta ed è diventata grande.
Intanto tengo rifornito il mio cassettone del bagno con assorbenti al cotone anallergici – perché sono diventata insofferente a quelli normali- e questi costano un occhio della testa. Già sono tassati come beni di lusso- roba che sembra di avere il panfilo di Briatore posteggiato sotto la vulva. E invece no, li usi per raccogliere il sangue eppure hanno un costo immorale.
Ho anche la coppetta- che ho scoperto dopo aver conosciuto in rete le ragazze della Bottega della Luna– le pioniere che l’hanno portata in Italia. Ve lo dico, non sono un’amante sfegatata della coppetta, però si, se una si abitua effettivamente taglia di grosso i costi e a livello di allergie aiuta.
Se volete vedere qualche spot carino sul ciclo ce ne sono un paio che possono aiutare a superare i soliti stereotipi di “felici e vestite di bianco anche col ciclo” e sono questo di BodyForm – perché il sangue alla fine è solo sangue, accidenti – e questo, molto carino, di MoonCup, appunto.

Ora sono in attesa che mi arrivino: dolorini vari, voglia di cioccolato e gonfiore addominale. Per fortuna non si è ancora scatenato il mal di testa, ma sono sul piede di guerra. Arriverà la menopausa, e avrà i tuoi occhi. O quelli di mia madre. Vedremo.

Ditemi: com’è stato il vostro approccio col ciclo? Anche per voi è stato o è un dramma?
Solo io ho avuto la madre che ancora credeva a certe cose, o anche le vostre sono così?

©Mooncup, la prima vera coppetta mestruale.

Nota a piede del post: ho cercato delle  foto di assorbenti sporchi di sangue su Fotolia… beh, si qualcosa c’è, ma ho desistito dal metterle per un solo motivo: temo che Facebook possa bloccare la condivisione del post a causa delle foto. Che si sa, Mark ha censurato altre immagini così. Pare che abbia studiato alla stessa scuola di mia madre: fosse stato femmina avrebbe fatto il bagno col ciclo?

CategoriesBah roba così
  1. Veronica says:

    Valentina, il mio approccio al ciclo è stato ok, visto che anche mia madre è diventata signorina a 10 anni mentre giocava in cortile. E sua madre non le aveva spiegato niente! !! Quindi con me massima apertura.
    MA.
    Ma in questo momento, causa malattia, sto prendendo una pillola per non avere il ciclo.
    ED È UNA FIGATA PAZZESCA! !!

  2. Linda says:

    Io ho avuto il primo ciclo dopo una settimana in cui ero stata investita e avevo la broncopolmonite. L’epicità.
    Mia madre mi calmò (ero in seconda media, sapevo cos’era ma ero terrorizzata – SANGUE! STO PERDENDO SANGUE! – da brava ipocondriaca quale sono sempre stata) e mi disse “adesso devi stare attenta e non fare robe con i maschi”.
    Io, avendo capito ma volendo fare la rompiballe chiedo con aria innocente cosa intendesse. “Da adesso puoi restare incinta”, ha risposto.
    E io, stronza: “ma quindi se gioco con i maschi o ci scherzo posso restare incinta?” 😀
    Poi ho sofferto di dolori lancinanti come i tuoi fino a qualche anno fa, quando ho iniziato a prendere la pillola. Nemmeno il Toradol – IL TORADOL! – me lo faceva passare.
    Mia mamma, che era preoccupata per gli effetti collaterali, non si convinceva con la ginecologa che le diceva che prendere 12 antinfiammatori di fila al mese era molto più pesante.
    Alla fine la ginecologa ha sbottato “ci sono due strade per farle sparire il dolore: o prende la pillola o la fa restare incinta”.
    Avevo 16 anni, inutile dire qual è stata la risposta XD

    1. Valentina says:

      Anche tu fai parte del meraviglioso mondo delle mamme che ci hanno cresciute “figlie serene e consapevoli”! Evviva! Mi consola davvero sapere di non essere l’unica! 😀 I dolori mestruali per me sono stati una catastrofe per la maggior parte della mia esistenza.

  3. Anna says:

    Io, il mio, a 14, Estate, manco a dirlo, lo aspettavo non con trepidazione ma speravo in una miracolosa crescita delle tette (illusa), mia madre si mise a piangere biascicando ‘così presto, no!’. Già, punti di vista moolto personali.
    Non aggiunse altro, mi passò uno dei suoi airbag antistupro e la cosa finì li.
    Qualche giorno dopo mi disse ‘meglio così che poi vai in menopausa dopo’.
    Ci sono andata a 38 anni.
    Niente bagno, anch’io e nuotavo in preagonistica, una tragedia.Ho dovuto far intercedere il medico sportivo pure, ma nulla. Piccola fragile ma irremovibile su tutto, lei.
    Dolori lancinanti, ( anch’io mi facevo spacciare il toradol), ciclo sempre irregolare, anche due volte al mese.
    Dopo un’intervento per un anno non l’ho avuto. Stavo da dio.
    Avevo in generale un pessimo rapporto col mio corpo, il ciclo mi sprofondava in una depressione ulteriore.
    Gli uomini e le donne con cui sono stata nessun problema: sempre persone che pur di trombare, somma gente dai sani appetiti quando non erano impotenti o altro, dico.
    La menopausa che agognavo… beh, ma questa è un’altra storia.
    Ciao, Valentina, leggoti sempre con immenso piacere!

    1. Valentina says:

      Grazie! 😀 menopausa a 38 anni è davvero presto. Com’è? Il paradiso e la fine delle menate? (salvo forse un po’ di vampate…)

  4. Marisa Del Vecchio says:

    Io ho sempre odiato il ciclo. quando sei piccola ti ingannano, ti dicono che è una cosa bellissima, perché vuol dire che sei diventata donna!! A dire il vero a me non fregava proprio nulla di esserlo diventata. Ho sempre avuto dolori lancinanti,vomito e diarrea, ma mia mamma era dell’idea che erano “mali risaputi” e inoltre era contraria agli antidolorifici troppo forti quindi mi dava le gocce di camomilla sulla zolletta di zucchero…..che non servivano a un….a nulla. A tredici anni sono svenuta su un autobus e mentre rinvenivo sentivo una signora gridare “chiamate l’ambulanza, chiamate l’ambulanza”. Volevo ucciderla……Un’altra volta stavo per svenire all’Università e mi sono stesa sulle sedie nel corridoio, così tutti quelli che passavano mi vedevano mezza morente, finché una prof. non mi portò nella sua aula di ricevimento, così tutti gli studenti che entravano mi vedevano stesa, pallida come un lenzuolo e mezzo sbracata sulle poltroncine della prof. Un’altra volta ero a casa, a quel punto mia mamma si prese una tale paura che mi comprava sempre le compresse dieci giorni prima che arrivassero. Ne ho provate tante,ma quelle che davvero hanno fatto effetto sono le Aleve che ora si chiamano Lasonil. Non mi chiedete perché!!! Poi la storia degli assorbenti….lo dico sono una di quelle imbranate che con il tampone non si trova proprio e così uso quelli “normali”, ora che sia Lines e che sia lines seta o tutti gli altri tipi non li sopporto, irritano la pelle, al terzo giorno non ne posso più!! e poi il mutandone del ciclo? quello nero che ti copre, ti stringe, ti infastidisce, ti fa sentire una nonna. Poi è la prova del nove se esci con un uomo. Se scompare in quei giorni o ti fa solo qualche telefonatina per tenerti buona fino a che c’è di nuovo via libera (perché a te non va di farlo in quei giorni), allora ne puoi essere sicura éuno stronzo!!!

    1. Valentina says:

      Si, i dolori del ciclo sono decisamente sottovalutati da tutti. Solo il mio medico mi fece capire che in realtà erano una cosa importante quando andai da lui perché ero stata a casa dal lavoro e senza batter ciglio mi disse “la dismenorrea è riconosciuta come disturbo. Ha il sacrosanto diritto di stare a casa a riprendersi”. Gli ho voluto un bene dell’anima per questo. IO che ero stata abituata al “ma si… tanto sai di cosa si tratta”.

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